
INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA DIOCESANA
Schio – Palazzetto dello sport, 8 febbraio 2025
Chiesa di Vicenza diventa ciò che sei!
Salendo al cielo Gesù non ha ritirato la sua presenza: l’ha soltanto cambiata. Non più una presenza visibile, bensì spirituale, per questo più profonda. La storia di Gesù continua nella storia della Chiesa. Ce lo narra l’evangelista Luca nel libro degli Atti degli Apostoli. In questo scritto ci viene offerto un modello di comunità e di missione. E la Chiesa, anche la nostra Chiesa vicentina, deve costantemente confrontarsi con quel modello che ha tre caratteristiche: la comunione nella comunità e tra le comunità, la missione aperta senza confini e la presenza sentita dello Spirito.
“Chiesa di Vicenza, diventa ciò che sei!” È così che ci sentiamo in cammino ogni giorno sia come singoli sia come comunità. “Cristiano, diventa ciò che sei!” – scriveva Tertulliano. “Parrocchia, diventa ciò che sei!” – ha scritto un teologo pastoralista alcuni anni fa (A. Fallico). E noi che siamo in un tempo di grandi cambiamenti culturali e sociali ci chiediamo come possiamo diventare sempre più la Chiesa nella quale continua a svolgere la sua missione Gesù crocifisso, morto e risorto.
Quello che è descritto nei primi capitoli degli Atti degli Apostoli, ci appartiene perché quanto accaduto agli inizi della Chiesa continua ai nostri giorni fino alla fine dei tempi.
La comunità degli inizi era una comunità “in crisi”, raccolta nel cenacolo con Maria in preghiera e aperta all’imprevedibile di Dio, in attesa del suo manifestarsi in modo sempre nuovo nella storia.
Quello che è accaduto ai due discepoli di Emmaus che si erano allontanati da Gerusalemme pieni di tristezza perché il passato con Gesù era stato promettente ma con la sua morte violenta in croce tutto risultava fallito, è avvenuto alla prima comunità. Con stupore e gioia grande i due discepoli incontrarono in un modo totalmente nuovo quel Maestro che li aveva entusiasmati, così la prima comunità chiusa nel Cenacolo venne spinta dal soffio dello Spirito ad uscire verso i popoli del mondo. E si realizzò quanto annunciato dal profeta Gioele: Avverrà: negli ultimi giorni – dice Dio – su tutti effonderò il mio Spirito; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni.
Lo Spirito Santo permette a tutti di essere profeti – i profeti non sono coloro che annunciato il futuro, bensì quanti riconoscono la presenza viva di Dio nelle vicende del mondo – e si passa da un gruppo in crisi ad una comunità con le visioni dei giovani e con i sogni degli anziani, grazie a questo soffio dello Spirito Santo.
Prima di considerare le visioni e i sogni credo sia molto importante riconoscere i segni delle nostre crisi ecclesiali che devono essere ascoltate e comprese perché è con esse che interviene lo Spirito per spalancare le porte delle nostre comunità e spingerci alla missione.
I giovani avranno visioni e gli anziani avranno sogni
Quali sono le visioni dei giovani e quali i sogni degli anziani?
Innanzitutto desidero esprimere una parola di profonda gratitudine ai sette giovani che hanno accettato di camminare con don Flavio per accompagnarci nel percorso di questi ultimi due anni: Alessia, Elisabetta, Giulio, Emily, Giovanni, Alessia e Anna. Agli inizi è stata una scommessa perché, quando ci è venuto in mente di coinvolgerli, noi avevamo già un piano, poi sono arrivati loro e l’hanno sconvolto completamente.
Sono loro che si sono caricati la fatica di tenere i contatti con i facilitatori e i vicari foranei, ma soprattutto ci hanno permesso di “tenere i piedi per terra” perché le “visioni” non sono idealizzazioni astratte, sono passi concreti, comprensibili e possibili nell’oggi. “La speranza è fatta di cose che hanno bisogno di qualcuno che le faccia accadere” (E. Exitu). Questi giovani ci hanno ricordato che il Vangelo è storia, è esperienza concreta, fatta di relazioni da abitare e di ponti da costruire tra le nostre comunità parrocchiali. Loro invocano cambiamenti piuttosto rapidi del nostro modo di essere Chiesa: casa accogliente verso tutti, fatta di relazioni che danno calore, senza troppi confini da difendere, senza eccessive istituzionalizzazioni e con una attenzione alla casa comune e alla mondialità.
Desideriamo camminare con i giovani, anche investendo sul loro entusiasmo e sulla loro capacità di tessere relazioni e di fare rete tra parrocchie, associazioni, cooperative, enti civili. Un segno concreto è la promozione degli animatori di comunità sostenuti economicamente dalla diocesi, dalle parrocchie e da altri enti che ne condividono la progettualità.
Tra i sogni degli anziani raccolgo innanzitutto il sogno di papa Francesco che ci ha condotti a scoprire un volto nuovo di Chiesa: una chiesa sinodale.
Il vicario don Flavio e i due delegati diocesani al cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia – Sabrina Pilan e Graziano Cazzaro, ci hanno accompagnato in questo sogno partito già qualche anno fa. Hanno attivato l’ascolto, allargato a sempre più persone, con una modalità denominata “colloquio nello Spirito”. Siamo ancora principianti per imparare che lo Spirito ci parla attraverso l’ascolto della Parola di Dio e degli altri. Sono convinto che il nuovo volto di Chiesa sarà frutto davvero di questo ascolto e della capacità di giungere a delle decisioni che saranno tanto più adeguate quanto più saranno l’esito di un ascolto rinnovato e pure faticoso. Il compito di prendere decisioni è di tutti nella comunità, non appartiene soltanto ad alcuni, benché vi siano responsabilità differenti. Non è un cammino scontato e neppure facile.
Lo dico perché io stesso sono stato rimproverato di non aver seguito questa modalità, almeno in una occasione, che riguarda l’accoglienza dei migranti. E mi ha fatto bene questo rimprovero, perché non mi ero accorto di aver compiuto una decisione che coinvolgeva molti volontari senza dare il tempo necessario per l’ascolto e per la condivisione.

Alcuni segni della crisi o improvvisi cambiamenti
Riprendo alcuni segni della crisi che investe la comunità ecclesiale nel cambiamento d’epoca che stiamo attraversando e che investe quotidianamente le nostre esistenze. In diverse parti del mondo ci si è messi in ascolto del popolo di Dio per comprendere quali cambiamenti sono avvertiti improrogabili soprattutto per superare quel male, più volte denunciato da papa Francesco, che è il clericalismo (cf R. Maier – C.C. Mattasoglio – G. Serrano, Una Chiesa postclericale. Autorità e Vangelo, Roma 2024). Il clericalismo non riguarda soltanto i vescovi, i preti e i diaconi, anche se in primis ne siamo coinvolti; esso investe anche i consacrati/e e i laici/che che svolgono compiti nelle comunità cristiane.
1. La Chiesa come comunità di persone che stanno dentro e si difendono da quelli che loro considerano “fuori” della comunità. Questa separazione è avvertita molto in Europa e in Oceania (ascolto delle testimonianze 1a e 1b).
2. Una seconda richiesta proviene dai giovani africani ma è molto avvertita anche nei nostri territori: una Chiesa decentralizzata da se stessa per essere “casa accogliente” (ascolto della testimonianza 2).
- Una domanda che mi ha posto una classe di ragazze al CFP di Trissino la scorsa settimana riguarda la necessità di riconoscere la presenza delle donne nella Chiesa anche laddove si prendono decisioni. È un’urgenza. È quanto emerge in Oceania, in America Latina, in Africa e in altre parti del mondo, ma emerge forte anche qui da noi (ascolto delle testimonianza 3a, 3b, 3c, 3d).
- Un quarto appello riguarda i preti che svolgono il ministero con un bisogno esagerato di protagonismo o in forma troppo individuale e isolata rispetto agli altri preti. Ascoltiamo una testimonianza proveniente dall’Asia (ascolto della testimonianza 4).
- Sentirsi Chiesa non solo all’interno dell’edificio sacro. Si è Chiesa nelle relazioni abituali che si vivono anche usciti dalla celebrazione. È quasi una provocazione la prossima testimonianza perché è nel parcheggio dove si parla a lungo della propria vita e ci si prende cura (ascolto delle testimonianze 5a e 5b). Sono espressioni molto forti, ma che ci dicono come i confini vadano rivisitati.
- Infine una Chiesa più capace di ascoltare il grido della terra, dei poveri che la abitano e della casa comune. Ci viene ricordata dall’Oceania, ma che vorrei richiamare anche in comunione con le mamme no-pfas che ieri e oggi sono davanti al tribunale di Vicenza per chiedere, per i loro figli e per tutti noi, che si realizzi la giustizia dentro un processo difficile (ascolto delle testimonianza 6a e 6b).
Se noi ci consideriamo nel tempo della Pentecoste, siamo chiamati a lasciarci sorprendere da ciò che il Signore risorto accende come fuoco dentro di noi e all’interno delle nostre comunità. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire dalle nostre sicurezze, dai nostri schemi rigidi per imparare ad abitare le relazioni con l’Amore di Dio che ci ha raggiunto nella Pasqua di Gesù. Relazioni rinnovate dall’Amore. Il che comporta la fatica di andare incontro a tutti, in tutte le culture – anche quella digitale che conosciamo poco – a tutti i popoli senza privilegi.
“I giovani avranno visioni, gli anziani avranno sogni”: i passi che aspettano
Le visioni e i sogni ci sollecitano a guardare con speranza in avanti, verso il futuro. Perciò mi permetto di indicare quali passi ci attendono nel prossimo tempo.
- Le parrocchie, riunite nelle unità pastorali che sono state individuate dal discernimento compiuto finora, debbono essere coinvolte nel processo di attivazione delle unità pastorali.
Invito tutti a non compiere passi che risultino meramente formali e non sostanziali. Perché la rete delle parrocchie – che restano comunità fondamentali per noi – sia frutto di un progetto condiviso è necessario attivare processi comunitari che non sono per nulla scontati. Per realizzare questi processi con i passi necessari verranno offerte delle indicazioni dal “Laboratorio pastorale diocesano” (esso comprende alcuni laici, consacrati, preti insieme ai giovani animatori). Esse saranno utili per comprendere come comporre il Consiglio pastorale dell’Unità pastorale (quali le sue funzioni) e come articolare il rapporto di predetto consiglio con il Consiglio pastorale parrocchiale o le équipe di lavoro delle singole parrocchie (in alcune parrocchie esiste ancora il consiglio pastorale parrocchiale). È fondamentale che in ciascuna parrocchia vi siano dei referenti laici (potrebbero essere anche alcuni componenti dei gruppi ministeriali) nominati per un tempo determinato con dei compiti e delle responsabilità che vanno precisate. Le unità pastorali che si trovano in zone cittadine richiedono una articolazione adeguata a quel territorio con forme di collaborazione differenziate da scoprire e sperimentare sotto la direzione del vicario foraneo. Le unità pastorali non nascono magicamente, ma non possiamo nemmeno aspettare troppo. Per questo verranno consegnati dei passi da compiere.
- Come era stato ipotizzato l’anno scorso, è opportuno che alcune parrocchie rimangano vere e proprie comunità ma con un profilo giuridico più snello rispetto all’istituto giuridico parrocchia. Pertanto verranno date indicazioni per il processo di unificazione di alcune parrocchie, così da permettere una attività pastorale più dinamica e semplificare gli aspetti economico-amministrativi che, non raramente, appesantiscono la gestione delle stesse. Non si tratta di cancellare delle comunità che hanno talora una storia gloriosa alle spalle. Piuttosto si rende necessario rinnovare in modo nuovo le stesse e individuare forme e strategie collaborative nel territorio per garantire un futuro anche a quelle comunità che soffrono a causa del calo demografico e della centralizzazione di alcuni servizi sociali.
- Una visione che guarda al futuro delle nostre parrocchie richiede la realizzazione del sogno che papa Francesco ci ha offerto con la pubblicazione dell’enciclica Laudato Si’ (24 maggio 2015). Egli ci invita a riconoscere il deterioramento dell’ambiente naturale, la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico fra le maggiori sfide del nostro tempo dove è in gioco la responsabilità e la capacità di impegno di tutti i cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà. In ogni parrocchia si ponga attenzione all’ambiente (inquinamento dell’acqua, dell’aria…) anche con una speciale attenzione alle strutture (oratori, patronati, scuole materne…) per ridestinarle alle reali esigenze delle nostre comunità, anche in collaborazione con istituzioni pubbliche. Un segno è l’attivazione della Comunità energetica rinnovabile in tutte le parrocchie anche con il sostegno della neonata “Comunità Energetica Solidale” diocesana. La Comunità energetica rinnovabile è una forma partecipativa volta a promuovere lo sviluppo, la produzione, il consumo e la condivisione di energia prodotta da forme rinnovabili il cui principale obiettivo è quello di fornire benefici economici, sociali e ambientali nel territorio in cui si opera.
- Una attenzione particolare dovrà essere assicurata alle fraternità presbiterali e alle forme di vita comune tra preti anche aperte ai diaconi. Le forme di esercizio del ministero dei presbiteri necessitano una verifica e un approfondimento per comprendere come possa e debba essere assicurata la cura pastorale in questo contesto completamente nuovo di un gruppo di presbiteri a servizio di più parrocchie e comunità in un territorio ampio e non più residenti nelle singole canoniche. Anche gli spazi di vita delle fraternità presbiterali andranno adeguati alla nuova situazione.

Tutti concordemente cooperino nella loro misura al bene comune
È con questa espressione del Concilio Vaticano II (Lumen gentium, 30) che oggi viene pubblicato e distribuito il testo con il quale si intende promuovere i ministeri istituiti di lettore, accolito, catechista, da parte di laici e laiche. L’espressione è stata tolta da un paragrafo nel quale i padri conciliari spiegano che i pastori «Sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che il loro eccelso ufficio consiste nel comprendere la loro missione di pastori nei confronti dei fedeli e nel riconoscere i ministeri e i carismi propri a questi, in maniera tale che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune».
Noi tutti dobbiamo continuare a pregare perché il Signore mandi “nuovi operai nella sua messe”, specialmente nuovi presbiteri per la nostra Chiesa diocesana e per la cooperazione con le chiese in terra di missione; pregare e sostenere i gruppi vocazionali dai più piccoli fino ai giovani perché coloro che sono chiamati incontrino adulti capaci di ascolto e discernimento.
Accanto ai presbiteri, grazie all’intuizione di don Ottorino Zanon fin dal 1969 a Vicenza vennero ordinati i primi diaconi nella Pia Società San Gaetano. Anche i diaconi sono un ministero particolarmente prezioso nelle comunità cristiane con l’assunzione di crescenti responsabilità.
Nello stesso tempo, scorgiamo quanto sia necessaria una complementarietà di ministeri con il riconoscimento e la promozione di carismi laicali a servizio dell’edificazione delle comunità cristiane.
Da tempo sono nati i gruppi ministeriali che si sono rivelati “un prezioso aiuto per i presbiteri nel farsi carico dell’accompagnamento della vita delle parrocchie, da una parte aiutando a mantenere l’identità e dall’altro aprendole al cammino comune nelle unità pastorali” (B. Pizziol, Spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro” (Mc 6,41). Orientamenti circa le Unità Pastorali, Vicenza 2018, p. 35). Oggi possiamo dire che i gruppi ministeriali in molte realtà rappresentano un vero punto di riferimento e per tale ragione è necessario che siano conosciuti e promossi in tutte le unità pastorali.
Con le ultime riforme di papa Francesco ora è possibile istituire nel ministero di lettori e accoliti anche le donne ed è stato introdotto un nuovo ministero istituito denominato catechista riprendendo in parte alcune figure presenti in terra di missione. Si tratta di ministeri che sono a servizio delle dimensioni costitutive delle comunità cristiane:
- ascolto proclamazione e diffusione della Parola di Dio (il ministero di lettore);
Ascoltiamo la testimonianza di un lettore/lettrice.
- preparazione della liturgia Eucaristica e della preghiera comunitaria in genere con l’attenzione alle persone fragili – anziani e ammalati – alle quali far giungere la vicinanza della comunità e la Santa Comunione (il ministero di accolito);
Ascoltiamo la testimonianza di un accolito/accolita.
- formazione delle persone e presenza con alcune responsabilità nelle comunità cristiane (il ministero del catechista).
Ascoltiamo la testimonianza di un/a catechista.
In alcune diocesi sono già stati istituiti alcuni laici e laiche in questi ministeri.
Come segno speciale di questa Assemblea diocesana oggi verranno istituiti i primi ministeri laicali. Le persone individuate hanno vissuto nei mesi scorsi una preparazione immediata dato il loro percorso formativo precedente.
Nei prossimi mesi verranno date indicazioni di come, in tutte le unità pastorali, si possano individuare delle persone che siano disponibili ad un cammino di formazione e discernimento in vista di ricevere l’istituzione e il successivo mandato quinquennale. L’istituzione, infatti, è permanente, invece il mandato è temporaneo e può avere destinazione parrocchiale e/o (o nelle parrocchie dell’unità pastorale) in qualche settore pastorale della Diocesi.
Ad una apposita Commissione è stato affidato il compito di accompagnare la formazione e il discernimento delle singole persone.
I ministeri di presbiteri e diaconi, insieme ai ministeri istituiti di lettori, accoliti e catechisti, con la cooperazione dei gruppi ministeriali, dei ministri straordinari della Comunione e degli altri numerosi ministeri di fatto (cantori, catechisti, operatori della carità, animatori ed educatori nelle diverse pastorali, lettori, ministranti…), tutti davvero cooperino al bene comune delle comunità cristiane per renderle sempre più ciò che sono chiamate ad essere: presenza viva del Signore crocifisso-risorto all’opera con il suo Spirito.

Una Chiesa sinodale con un cammino sinodale
Per crescere sempre più con il volto di Chiesa sinodale, è stato rinnovato il Consiglio pastorale diocesano con la rappresentanza di un laico/a per ogni unità pastorale e con la presenza dei preti pro-vicari foranei.
Attualmente è in corso anche una riforma degli uffici della Curia diocesana per renderli più in ascolto del territorio diocesano e a servizio alle reali necessità dello stesso.
Ritengo che possa essere utile prevedere per fine primavera dell’anno prossimo non tanto una Assemblea diocesana come quella di oggi, bensì una Assemblea sinodale con la partecipazione di alcuni rappresentanti per ogni unità pastorale: ci permetterà di comprendere i passi compiuti e quali ulteriori scelte si rendono necessarie alla nostra Chiesa diocesana.
L’Azione Cattolica diocesana mi ha consegnato formale richiesta di aprire il processo di beatificazione di Momi Bevilacqua, originario di Chiampo, e dopo attento discernimento ho deciso di chiedere il formale nulla osta alla Santa Sede.
Ringraziando il Padre, sorgente di ogni bene, per il dono di suo Figlio e nostro fratello, animati dallo Spirito Santo che fa nuove tutte le cose, quali pellegrini di speranza continuiamo il cammino con gioia verso il regno.
Dalla Madonna di Monte Berico invochiamo le grazie necessarie alla rinascita delle nostre comunità cristiane, Lei che dal giorno di Pentecoste non cessa di pregare con gli apostoli a favore della Chiesa di tutti i tempi.
+ vescovo Giuliano